Alta moda? sì grazie part.2

Rifacciamoci un po’ gli occhi.

Femminilità da sirena per Atelier Versace, le star da red carpet non si lasceranno certo sfuggire questa collezione che sembra pensata proprio per calcare il tappeto rosso. Bustini molto decorati e strutturati con gonne svolazzanti con effetto lucido che smorza un po’ la leggerezza dell’insieme. Ispirazione: i tarocchi. Risultato: niente di iper innovativo.

Dalla moda tutta colore e sensualità di Versace passiamo agli antipodi: la sobrietà di Chanel. Karl Lagerfeld si esibisce in un virtuosismo di sartorialità in cui il gusto classico viene reinterpretato prendendo le forme di quello che è stato definito “new vintage”. Un esempio? Il finto tweet creato con ricami e decori frutto di ore e ore di lavorazione a mano.


Devo ammetterlo ho un debole per Elie Saab. Per me è sinonimo di eleganza e sicuro successo nelle occasioni ufficiali (mica per me ovvio, parlo di occasioni che noi comuni mortali ci sogniamo!). Ricercatezza nel dettaglio e femminilità non ostentata. Una conferma e nessuna grande novità, bene così, nella vita ci vogliono certezze!

Giambattista Valli sperimenta la volumetria e la spazialità della moda con effetti scultura. Rouches, volant, ampiezze che sfidano le proporzioni per un effetto finale di ricchezza e opulenza. Alta moda vuol dire anche fregarsene delle mezze misure.

Giorgio Armani Privè gioca ancora una volta col dualismo maschile/femminile accostando femminilità e tagli maschili. Il risultato è un giusto mix di eleganza e sobrietà esaltato dalla sapienza della tradizione sartoriale e della scelta dei materiali. Stupenda la palette di colori che termina in un tripudio di blu.

Riccardo Tisci per Givenchy sperimenta un nuovo modo statico di presentare l’alta moda, proponendo pochi modelli in modo da concentrare tutta l’attenzione sui singoli pezzi. L’ispirazione è il mondo gitano e e quello orientale, alla ricerca ancora una volta di uno stile tribale, quasi primordiale.

Paris fashion week a/i 2012-2013

Non mi sono dimenticata della settimana della moda parigina ma 1) ho avuto poco tempo 2) ho avuto poca ispirazione. Rimedierò con questo post che potrei rinominare “cosa rimarrà di questa settimana della moda”.

– La spettacolare creatività di Alexander McQueen che ha rotto la monotonia di queste sfilate con le sue forme organiche e fantastiche.

– Il minimalismo elegante e senza tempo di Cèline.

– Lo stile ladylike di Bill Gaytten per Dior che, per non sbagliare, si affida ai capi iconici della maison senza troppi sforzi interpretativi ma con grande cura dei dettagli (bella la palette cromatica sulla gamma dei grigi e dei rosa). Peccato le scarpe con taccone e punta squadrata che trovo un po’ sgraziate.

– Le valchirie-vampire di Riccardo Tisci per Givenchy fasciate di pelle nera.

– Lo stile maschile-eccentrico di Miu Miu che propone abiti giacca pantalone in fantasie psichedeliche.

– Le linee nette di Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli per Valentino che omaggiano la maison con una collezione di classe dove non manca il classico rosso. Adoro particolarmente la scelta dello scollo “accollato”, le trasparenze e le maniche leggermente a sbuffo. Molto belle le scarpe: con tacco basso o un po’ più alto ma sempre molto scollate.

– La severità della donna di Stefano Pilati per Yves Saint Laurent che si rispecchia negli ampi volumi di inspirazione ’80s, nella scelta di capi in pelle (decisamente il materiale principe della stagione) e in un make up duro con labbra scure.

– La donna siderale di Chanel che si ispira ai minerali e abbina pantaloni portati sotto a gonne con giacche dove trionfano ricami e decorazioni.

Volumi ampi e tanto colore anche con effetti metallizzati. Scenografia spettacolare con maxi cristalli. Scarpe asimmetriche, sfumate e con tacco trasparente.

 

I miei preferiti? Valentino e (nonostante tutto) Dior.

 

 

Sfilate alta moda primavera estate 2012: couture tra passato e futuro

L’alta moda di Parigi è apparsa in bilico tra la tradizione e la ricerca di dare un volto nuovo all’haute couture. Così c’è stato chi , come Versace, Givenchy, Giorgio Armani Privè e Chanel,  ha cercato di proporre qualcosa di nuovo e chi non ha abbandonato la tradizione seppur nella ricercatezza dei dettagli, come Christian Dior e Giambattista Valli.

Io personalmente ho apprezzato molto l’aria un po’ anni ’50 degli abiti Dior…

Chanel
Versace
Givenchy by Riccardo Tisci
Giorgio Armani Privè
Giambattista Valli
Christian Dior